Occorre fare chiarezza sulle attività disinfettanti e interazioni fra Ozono e Covid19.
Siamo sottoposti ad un vero e proprio bombardamento mediatico di notizie e siti internet che propongono soluzioni inerenti l’utilizzo dell’ozono per prevenire ed eradicare la diffusione del Covid-19. Alcuni arrivano persino a definire “sterilizzanti” gli apparecchi che utilizzano l’ozono per questi scopi.
Naturalmente sono del tutto legittime le sperimentazioni in atto in alcuni centri ospedalieri dopo l’avvenuta autorizzazione dell’Istituto Superiore di Sanità in merito all’impiego dell’Ozono come terapia medica di supporto ai trattamenti farmacologici specifici contro la SARS-Cov-2.
Quindi ai fini delle interazioni fra Ozono e Covid19, questi apparecchi non hanno nessuna autorizzazione a fregiarsi del termine di disinfettante o sanificante atto all’effettiva eradicazione del Coronavirus responsabile della SARS-Cov-2. Il termine giusto è igienizzanti, e nulla hanno a che fare con la disinfezione. Questo è un particolare di estrema importanza, perché il messaggio che che si sta diffondendo configura che un ambiente trattato con tali dispositivi possa essere idoneo all’accoglienza e sicuro sotto l’aspetto microbiologico. Spaventa la fuorviante presentazione che accompagna tali prodotti ad ignari utilizzatori.
Infatti l’attuale normativa prevede che: “Tutti i prodotti che vantano in etichetta un’azione di disinfezione sono classificabili come prodotti biocidi e/o Dispositivi Medici debbano essere posti in commercio solo dopo aver ottenuto una specifica autorizzazione alla commercializzazione da parte del Ministero della Salute o della Commissione Europea. Anche i prodotti che riportano l’indicazione del termine “sanitizzante/sanificante” si considerano rientranti nella definizione di prodotti biocidi e pertanto sono sottoposti al relativo regime autorizzativo”.
Come evidenziato nella nota del 20 febbraio 2019 e consultabile a questo indirizzo.
Purtroppo molti cittadini ed ex pazienti ricoverati per SARS-Cov-2, responsabili e titolari di aziende e industrie, oltre a varie associazioni, hanno acquistato anche a caro prezzo detti apparecchi confidando che tali trattamenti eradicassero anche il 99,99 % di tutti batteri patogeni ed in particolare il Coronavirus. Questo riferito anche a trattamenti di aree confinate di rilevanti dimensioni dato che era stata loro garantita tale azione dì disinfezione grazie al potere biocida o sanificante e persino sterilizzante da parte di chi ha proposto e venduto loro tali apparecchi.
Dobbiamo sottolineare che oltre a quanto esposto in precedenza, occorre preoccuparsi della sottostima del rischio di esposizione indiretta e diretta a tali trattamenti. Infatti come evidenziato nel sito della European Chemical Agency (https://echa.europa.eu/it/substance-information/-/substanceinfo/100.030.051) il limite di esposizione professionale all’ozono nell’uomo è bassissimo.
L’invito è dunque alla assoluta vigilanza con estrema urgenza per cautelare chi effettivamente cerca di attenersi alle normative impartite dal Ministero della Salute e a non dover riabilitare ambienti dopo trattamento igienizzato con taluni apparecchi classificati di largo consumo. Occorre anche attenzionare gli organi preposti, compresa la magistratura, perché intervengano sull’argomento. Questo per scongiurare nuove ripartenze epidemiologiche dato che l’OZONO generato in situ per la igienizzazione delle superfici comporta rischi e controindicazioni importanti. Resta inoltre il tema dell’evidenza scientifica ove non vi è nessuna evidenza scientifica della attività disinfettanti nei confronti del Coronavirus responsabile della SARS-Cov-2.
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